Dalle nostre conoscenze antropologiche e storiche non emerge alcuna prova certa né che la proprietà patrimoniale sia un diritto di natura, né che possa essere spacciata come una verità universale, assoluta e immutabile. Al contrario, sembra che essa sia solo l’opinione di una parte di uomini. Sappiamo inoltre che la proprietà patrimoniale può generare guerre e orrori di ogni tipo, violenze e ingiustizie, infelicità e dolore, divisioni, contrasti e odi insanabili fra gli uomini. Sappiamo però anche che il possesso favorisce la soddisfazione dei bisogni e la libertà delle persone e costituisce il giusto premio al loro ingegno e al loro merito. Possiamo dire, allora, che forse è arrivato il momento di rivedere e riformare profondamente questo istituto, al fine di renderlo democratico. Forse è arrivata l’ora di rigettare la proprietà e accettare il possesso.
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