sabato 29 agosto 2009

14. Il buon governo

La DD non propone un modello politico prestabilito, ma si limita a concentrare tutti i suoi sforzi nel creare buoni cittadini, convinta che i buoni cittadini daranno vita ad un buon governo.
Il buon governo DR ruota attorno ad un apparato burocratico e istituzionale ipertrofico e complesso (parlamento, partiti, sindacati, enti locali, imprese, associazioni, comunità, chiese, aziende, famiglie), ma non alle singole persone.

13. Il Costituzionalismo

I valori della DD sono gli stessi che troviamo espressi nelle Costituzioni dei paesi DR. Sotto questo aspetto, l’unica differenza fra un paese DD e un paese DR è che nel primo i princìpi costituzionali sono resi effettivi, nel secondo sono solo teorici.

12. Il federalismo

La DD guarda ai princìpi di decentramento e sussidiarietà con tale favore da esprimerli fino a realizzare un federalismo individuale, mettendo cioè le persone al posto delle istituzioni. Non solo lo Stato non dovrà intromettersi in ciò che l’individuo sia in grado di fare da solo (sussidiarietà negativa), ma dovrà adoperarsi per metterlo in grado di fare autonomamente sempre più cose (sussidiarietà positiva). In sostanza, il f. individualista vuole che tutti i cittadini, partendo da pari opportunità, abbiano la facoltà di accedere all’informazione, di stilare l’ordine del giorno e di partecipare in egual misura al potere politico.
La DR si guarda bene dall’estendere la logica federalista ai singoli individui e, abitualmente, si ferma alle regioni. Così facendo, il f. finisce col moltiplicare le istituzioni dotate di potere politico (poliarchia), ma continua ad escludere i cittadini dalla partecipazione politica. Il risultato è che la società rimane di tipo duale, con una classe dominante minoritaria e la maggioranza dei cittadini sottomessi, il cui unico potere riconosciuto è quello di eleggere liberamente i propri rappresentanti.

11. La sicurezza

Il termine «sicurezza» è polisenso, perché può essere riferito sia ai bisogni della persona (ai suoi diritti), sia ai bisogni dello Stato (sicurezza delle istituzioni, dei confini, diritto internazionale) e fra queste due aree non c’è una necessaria corrispondenza: uno Stato potrebbe bensì essere sicuro nei confini e avere istituzioni ben salde, e i diritti delle persone essere scarsamente tutelati. Il contrario però non avviene.
Alla DD non basta che sia rispettata la legge o che siano sicuri i confini dello Stato. La DD vuole che nessun individuo sia, o si senta, minacciato, schiacciato, oppresso, insidiato nei propri diritti, nella propria integrità psico-fisica e nei propri beni, perché, se è al sicuro il singolo, è anche al sicuro lo Stato.
Nei paesi a regime DR, dove non c’è il rischio di guerre, il termine «sicurezza», anziché riferirsi alla difesa dei confini dello Stato, si riferisce essenzialmente alla difesa delle istituzioni, delle leggi e della proprietà privata, ma il risultato non cambia. Il postulato DR è che, se sono rispettate le istituzioni, la legge e la proprietà privata, sono anche sicure la popolazione, le famiglie e le persone. Ma così non è, perché esiste un’insicurezza generata proprio dalle leggi, dalle istituzioni e perfino dalle famiglie.

10. La famiglia

Oggi la famiglia è un soggetto in crisi profonda e irreversibile, perché, in molti casi non è più in grado di rispondere adeguatamente alle esigenze dei propri membri.
Secondo la DD, la famiglia biologica può e deve essere surrogata da adeguati servizi predisposti dallo Stato in tutti i casi in cui essa mostra di non essere all’altezza delle proprie funzioni.
In un paese DR, come l’Italia, la Costituzione (art. 29) “riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio” e l’”eguaglianza morale e giuridica dei coniugi”. Riconosce altresì alla f. la funzione di prendersi cura dei figli, ma prevede che, in caso di incapacità dei genitori, sia la legge a provvedere a che siano assolti i loro compiti (art. 30). Insomma, la f. è considerata un bene e lo Stato si dichiara ben disposto a sostenerla, anche economicamente (art. 31), ma anche pronto ad intervenire in caso di malfunzionamento. Non viene tuttavia precisato il tipo di intervento, se suppletivo o surrogatorio, e ciò vuol dire che si lascia allo Stato la più ampia libertà di manovra. Il problema è che questo principio, di per sé eccellente, è solo teorico.

9. La sanità

La salute, intesa nel suo senso più lato, può essere definita come una condizione di soddisfacimento dei bisogni della persona, tale da consentirne un ottimale funzionamento biologico e sociale.
La Medicina DD si fonda sull’osservazione empirica, sulla raccolta, elaborazione e diffusione di dati, ma anche sulla ricerca, e, di conseguenza, impone a tutto il personale sanitario l’obbligo legale di seguire un metodo di lavoro, le cui caratteristiche minime siano quelle di essere riproducibile da un altro operatore e computerizzabile.
La Medicina DR segue più le regole del mercato che non quelle dell’informazione e, per conseguenza, bada più all’aspetto economico e commerciale che alla qualità e all’efficienza del servizio sanitario.

8. La televisione (e Internet)

Televisione e Internet sono solo due formidabili strumenti, che possono svolgere un ruolo determinante nella formazione e nel condizionamento della pubblica opinione, del mercato e dei consumi, servendo tanto alle buone cause che alle meno buone, tanto ai regimi dispotici che a quelli democratici.
Per la DD, la televisione è uno strumento polivalente, che si deve occupare sì d’intrattenimento, ma che dev’essere orientato prevalentemente a fornire informazioni e servizi di pubblica utilità. Ai cittadini dev’essere riconosciuta la facoltà di scegliere l’argomento su cui desiderano informazioni e di partecipare a libere discussione su tutto ciò che è di loro interesse. Le trasmissioni saranno perciò interattive, aperte a tutti e non condizionate dall’audience e da esigenze commerciali, perché i relativi costi verranno assunti dai singoli cittadini che si avvalgono del servizio.
In un paese DR, come l’Italia, la televisione e internet sono prevalentemente strumenti dell’economia e della politica.

7. La scuola

La scuola è il luogo preposto alla formazione civica e professionale dei cittadini, perciò la sua funzione è da ritenere fondamentale per lo Stato, per qualsiasi Stato, ma con delle significative differenze, a seconda degli obiettivi perseguiti.
La DD reputa necessario educare il cittadino ad essere se stesso e a gestire responsabilmente le proprie libertà.
Per un paese DR, come l’Italia, è più importante conquistare consensi che realizzare un servizio scolastico di eccellenza. Perciò mancano verifiche e controlli di qualità, agli insegnanti si chiede poco e si dà poco, l’attività didattica è imbrigliata da logiche curricolari e procedurali fini a se stesse e, quando un docente abbia svolto il programma imposto dal Ministero e assolto i suoi impegni burocratici, egli ha compiuto integralmente il suo dovere.

6. La proprietà privata

Dalle nostre conoscenze antropologiche e storiche non emerge alcuna prova certa né che la proprietà patrimoniale sia un diritto di natura, né che possa essere spacciata come una verità universale, assoluta e immutabile. Al contrario, sembra che essa sia solo l’opinione di una parte di uomini. Sappiamo inoltre che la proprietà patrimoniale può generare guerre e orrori di ogni tipo, violenze e ingiustizie, infelicità e dolore, divisioni, contrasti e odi insanabili fra gli uomini. Sappiamo però anche che il possesso favorisce la soddisfazione dei bisogni e la libertà delle persone e costituisce il giusto premio al loro ingegno e al loro merito. Possiamo dire, allora, che forse è arrivato il momento di rivedere e riformare profondamente questo istituto, al fine di renderlo democratico. Forse è arrivata l’ora di rigettare la proprietà e accettare il possesso.

5. Il fisco

In un paese DD, già nella scuola dell’obbligo, s’insegna che le tasse sono destinate a diventare servizi pubblici e che il cittadino evasore è contro il popolo.
La DD si serve del denaro elettronico affinché tutti paghino il dovuto e tutti paghino meno.
In un paese DR, come l’Italia, l’evasione è tollerata.

4. Il denaro

Tanto la cartamoneta quanto il denaro elettronico altro non sono che strumenti e, come tali, possono essere usati a fin di bene o a fin di male, per l’interesse generale o per l’esclusivo interesse personale. È compito dello Stato indicare il tipo di moneta circolante e creare le condizioni favorevoli per il buon uso del denaro, oltre che vigilare contro ogni cattivo uso dello stesso.
L’uso esclusivo di denaro elettronico è congeniale alla DD, perché comporta irrinunciabili benefici, che sono legati alla «traccia» che rimane registrata nel computer.
Pur avendo la possibilità tecnica di abolire la cartamoneta, la DR si guarda bene dal farlo, perché non vuole porre fine ai giri di denaro illeciti, alla corruzione e alle attività malavitose, di cui forse beneficiano anche gli esponenti politici e le grandi imprese finanziarie che controllano buona parte del paese.

3. L’organizzazione del lavoro

L’intera società DD ruota intorno al mondo del lavoro, che ne costituisce il sistema portante, rappresentando il mezzo attraverso cui la persona realizza il suo progetto di vita e, al tempo stesso, si pone al servizio degli altri. Il lavoro è scuola, perché c’è chi insegna e chi impara, ed è palestra, perché ciascuno ha modo di affinarvi le proprie abilità, ma nello stesso tempo è anche una valida risposta al bisogno dell’uomo di sentirsi utile e dimostrare il proprio valore, è un eccellente rimedio all’ignavia e all’ozio, è il collante che rende stabile la coesione sociale.
In un sistema DR, l’organizzazione del lavoro ricalca quella della politica: come la politica ruota intorno ai partiti, così il lavoro ruota intorno ai sindacati. Eventuali incentivi non vengono assegnati ai più meritevoli, ma distribuiti a pioggia, così da premiare l’appiattimento più che l’eccellenza. Tutto ciò avviene perché non esiste un metodo obiettivo di valutazione del merito individuale, e non perché sia impossibile approntarlo, ma perché sindacati e partiti politici, forse temendo di perdere una parte del loro potere contrattuale e clientelare, semplicemente non lo vogliono.

2. L’economia

Dopo i greci, che sono i primi a formulare una teoria economica sociale, per trovare una nuova teoria economica, dobbiamo aspettare l’età moderna, e, precisamente, il XVI-XVII secolo, allorché si sviluppa, nelle città più dinamiche, il cosiddetto mercantilismo, che rompe con gli insegnamenti etici di Aristotele, dei cristiani e del medioevo in generale e introduce nuovi parametri di valutazione, che assegnano alla ricchezza un valore positivo, assoluto e incondizionato, e gettano le basi per lo sviluppo del sistema capitalistico.
Le caratteristiche della DD costituiscono il terreno propizio perché si attui una sintesi ottimale di marxismo e capitalismo, capace di conciliare la necessità di rispondere ai bisogni delle persone e il libero mercato.
La DR si lascia guidare più da considerazioni di mercati e di profitti che da questioni di giustizia sociale, sicché i diritti dei cittadini sono, in realtà, sottoposti ad un insieme di poteri, che Fisichella individua nella «bancocrazia», ossia nel potere finanziario, tecnologico e amministrativo.

1. La burocrazia

In senso letterale b. significa «governo dei funzionari».
La burocrazia svolge funzioni di tramite fra i cittadini e il potere politico e non c’è Stato che possa fare a meno di una pubblica amministrazione (PA).
La società DD si distingue non solo per la sua semplicità (pochi articoli costituzionali e poche norme di legge), ma anche perché è congegnata per funzionare in modo semiautomatico, avvalendosi di procedure affidabili e trasparenti e soprattutto della più moderna tecnologia digitale e del denaro elettronico. Servono quindi pochi burocrati, il cui principale compito è quello di presiedere e sorvegliare il corretto funzionamento degli automatismi e di conferire il necessario apporto umano alla macchina.
In una società DR come l’Italia la burocrazia è uno strumento politico, del quale si servono partiti e governi per acquisire consenso. Il risultato finale è quello di una burocrazia pletorica, mastodontica, ingolfata, mal funzionante e costosa.